Lunedì mattina. |
In breve:
Film molto bello visivamente, non capolavoro. Di Caprio molto bravo, non da
Oscar.
Il regista
messicano Iñárritu porta avanti la sua visione di narrazione asciutta. I
personaggi non si raccontano, ma fanno cose che li raccontano per loro. Il suo
è un Cinema in continua mutazione da una pellicola all'altra, dove l’unica
costante sembra essere la qualità e ricerca della fotografia.
Un cinema
fatto dalla fotografia. Dall'immagine, insomma, no dal movimento. Però con
un’estetica così coerente che riesce lì dove ad esempio Terrence Malick e il
suo The tree of life fallisce. Qui si
vivono solo i momenti legati ai personaggi, in scene lunghe. Senza tagli.
Ottima
visione artistica, meno di quello che è il Cinema nel suo concetto.
Film molto
bello. Non capolavoro. Dopo Birdman, che accentrava la storia su un momento
specifico della vita di un personaggio e dove questo era il pretesto per un
lungo finto pianosequenza, qui un survival movie (si, perché anche se viene
venduto come un revenge movie, non lo è quasi per nulla) è il pretesto per
inquadrare uno sfondo che è il vero protagonista, no Di Caprio; che parla poco
e per lo più grugnisce. Scopriamo di lui il poco che basta.
Ottima
interpretazione fisica, ma con un personaggio che è poco incisivo come
presenza.
Buona prova
attoriale. Non da Oscar. No per merito suo.
Invece
dello sfondo conosciamo molto.
Ricordiamo che la natura è ostile. Che quando l’uomo non uccide, la
natura lo fa al suo posto. E' la fotografia il vero capolavoro.
Gran parte
merito di Madre Natura.
7/10